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Trento, 15 ottobre 2009
SULLA MORATORIA DI UN ANNO SULLA DECISIONE DI COSTRUIRE L’INCENERITORE
Comunicato di Verdi e democratici per Trento, Leali e Italia dei Valori

Affronteremo il dibattito in Consiglio comunale sull’ordine del giorno proposto dal centro-destra per la moratoria sulla decisione di costruire l’inceneritore, con atteggiamento di dialogo e di confronto,  per diverse ragioni, di ordine politico e di ordine tecnico.

A differenza che in passato – su questo argomento – il centro-destra propone un documento non ideologico e non pregiudizialmente ostile alla politica fin qui seguita in materia di rifiuti. Dal “muro – contro muro” sembra voler imboccare la strada del confronto. Perché mai si dovrebbe avere una reazione di chiusura pregiudiziale, ideologica?

L’Amministrazione uscente ha investito molto in questo settore , nella convinzione, anzitutto, che il metodo giusto per affrontare il problema dei rifiuti solidi urbani fosse quello della raccolta differenziata “porta a porta”, delle politiche di riduzione dei rifiuti, del riciclaggio. Sono stati realizzati i centri raccolta materiale, che funzionano, si sta concludendo l’estensione a tutto il territorio della raccolta differenziata. Quello che in definitiva si chiede è di poter verificare concretamente, e senza attenuare la tensione verso obiettivi di eccellenza, a quali livelli di raccolta differenziata si può concretamente arrivare. Non si può escludere – anche se non ne abbiamo ancora la certezza – che l’obiettivo del 75-80% sia raggiungibile e stabilizzabile.

A chi ci accusa di non rispettare i patti, rispondiamo che gli accordi (accettati in modo differenziato dalle forze politiche che sottoscrivono questo comunicato) prevedevano:

 a) di realizzare un sistema di raccolta differenziata quanto più efficiente possibile,

b) di chiudere il ciclo attraverso un trattamento tecnologico della parte residuale.

Partire con la fase b), l’inceneritore – scelta che in se offre molte opzioni tecniche di cui si è parlato 6 -7 anni fa, quando il quantitativo di rifiuti indifferenziati prodotti superava le 350 mila tonnellate annue con trend in crescita – implica aver raggiunto un punto fermo sul primo aspetto, altrimenti si mette “il carro davanti ai buoi”. Inoltre, per responsabilità di molte amministrazioni locali periferiche e per troppa indulgenza della Provincia nei confronti di chi non effettua la raccolta differenziata raggiungendo gli obiettivi fissati, vi sono territori che non dedicano ai rifiuti l’attenzione che richiedono.

Questo è, invece, un dato  per noi importante, proprio perché l’eventuale inceneritore verrebbe costruito sul nostro territorio e le conseguenze negative implicite ricadrebbero sulla popolazione del capoluogo e dei comuni limitrofi. Su questo aspetto il Comune di Trento, deputato a smaltire in qualche modo attraverso l’impianto che si farà a Ischia Podetti tutti i rifiuti residuali a valle della raccolta differenziata, dovrebbe farsi sentire con maggior decisione. E’ necessario  chiarire a tutti che la pigrizia e l’irresponsabilità altrui non deve essere scaricata sulla città di Trento e sui comuni limitrofi.

La moratoria di un anno, dunque, non serve per rinviare ancora un po’ una decisione, ma per avere il tempo necessario per una decisione meditata, tecnicamente ed economicamente sostenibile, a minor impatto possibile. Non ci addentriamo in questa sede in discussioni premature di tipo tecnico su cui oggi – mancando i dati e le analisi basate sulla realtà attuale e non su quella di dieci anni fa – si potrebbe dire tutto e il contrario di tutto.

Come il Consiglio Comunale ha già chiesto, è evidente che rapidamente la Provincia dovrebbe por mano al piano dei rifiuti per aggiornarne i dati e gli obiettivi (soprattutto per quanto riguarda la raccolta differenziata), ma anche per individuare soluzioni (ad esempio per la frazione umida) su cui v’è eccessiva disponibilità a derogare, rinviare, ecc. . Vedi da ultimo la vicenda dei biodigestore ipotizzato a Lasino, ma già accantonato. Non può essere che l’inceneritore sia un punto fermo per Trento e le altre parti del puzzle ruotino a piacere e secondo la convenienza del momento.

Non occorre avere la sfera magica per capire che con queste logiche Trento finirebbe per doversi fare carico di tutto, magari in situazioni di emergenza. Tutto questo noi vogliamo evitarlo. E per questo giudichiamo negativamente la chiusura nei confronti della proposta di revisione del piano rifiuti avanzata a mezzo stampa dall’assessore all’ambiente Pacher. Essendo stato, fino a poco tempo fa, sindaco del capoluogo, Pacher non può ignorare che la città sta superando soglie limite per quanto riguarda la qualità ambientale (in particolare dell’aria) e non si possono accettare a cuor leggero ulteriori sacrifici, se non è dimostrato oltre ogni ragionevole limite che non si può farne a meno.

Rappresentiamo forze politiche che sostengono questa Amministrazione e che non intendono metterne in discussione il programma, e proprio per questo vogliamo invitare pubblicamente il sindaco Andreatta, che conosce la nostra posizione su questo punto del programma, ad evitare chiusure ideologiche e preconcette nei confronti di proposte ragionevoli e meditate. Noi consideriamo il documento oggi proposto dal centro-destra un contributo positivo per risolvere un problema che sta a cuore a tutti. Avremmo potuto presentare anche noi un documento analogo – era già pronto – ma ci siamo astenuti per rispetto nei riguardi della mediazione del sindaco. Ora attendiamo analoga disponibilità anche da parte della Giunta e delle altre forze di maggioranza, tenendo conto anche delle sollecitazioni che sono giunte da alcune Circoscrizioni (nelle quali non vi sono nostri rappresentanti), affinché non si voglia chiudere una questione su cui invece è opportuno ancora approfondire e dialogare.

Lucia Coppola, Verdi e Democratici per Trento
Giovanna Giugni, Italia dei Valori
Dario Maestranzi, Leali

 

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